10 marzo 2017

Logan: ce ne hanno messo di tempo… [Recensione piena di Spoiler] + Recensione di un Giovane Nerd #12

Odio gli spoiler, odio le recensioni piene di spoiler, odio chi fa gli spoiler, ma, aihnoi, qui non si può evitare. Una recensione senza spoiler sarebbe molto breve:

«Logan è uno straordinario film dedicato a Wolverine, più maturo, decadente, esistenzialista, girato con sicurezza, sceneggiato altrettanto».
 

E fine.

Perchè spiegare le ragione per cui Logan è un ottimo film, gli spoiler sono necessari!



SPOILER SUBITOQUIEORA
Alla fine Logan muore. Non giriamoci attorno. Muore pure il Professor X.

Chiariamo innanzitutto che chiunque pensi/scriva/dica che il film è anche solo vagamente ispirato a Old Logan di Miller e McNieven allora non ha capito niente del film e non si è letto manco il fumetto. Ma dicevamo...

Le due morti del film sono fondamentali per comprendere la grande capacità di Logan di farsi un film spartiacque.

È forse la fine del supereroe, quella di cui stiamo parlando? Potrebbe… Dopotutto gli X-Men non esistono più, son rimasti pochissimi mutanti in giro per il mondo, Wolverine è vecchio, Xavier non ne parliamo proprio ed ecco che son pronti piccoli bambini mutanti creati in laboratorio. Questo, film, dunque segna un passaggio generazionale tra i mutanti, ma anche per i fan. Il caro Hugh va in pensione, ha dichiarato che non farà più film con Wolverine, lo capiamo, a breve supera i 50, lo ringraziamo per tutti il lavoro svolto, e quindi è la fine di un era. L’era dei primi X-Men al cinema! Ma anche l’inizio di una nuova epoca: cinecomics più intimisti affiancheranno quelli più fracassoni, le sceneggiature cercheranno di dedicare più attenzione ai personaggi e alle tematiche, insomma… Potrebbe (è sempre una speranza) aprirsi una nuova era per un genere, ora, talmente abusato, da rischiare il collasso. Chissà…

Interessante anche l’affondo “politico” del film. Si perché è talmente fondante questa cosa che non può essere stata messa li per caso.

I “nuovi” mutanti sono frutto dell’incrocio genetico tra mutanti e donne messicane. Ora… In un contesto politico come quello che stanno vivendo gli Stati Uniti (e il Mondo) con Trump e i suoi muri… Un film del genere, sempre di “cassetta” e per un grande pubblico, prende una posizione abbastanza forte: il futuro è nell’unione.

Tematica, questa, che c’è sempre stata con gli X-Men a fumetti o filmici: il diverso!

Il diverso perseguitato, il diverso ostracizzato, il diverso braccato, il diverso ucciso. In Logan, andiamo oltre: il “diverso” non esiste, tutti sono diversi, tutti sono “nuovi”, tutti appartengono a questa specie di “postumanità”, e solo all’ibrido (il diverso frutto di unione di diversità) si può affidare il futuro.

Il tono del film è plumbeo, cupo, drammatico, esistenzialista. Lo spazio per i siparietti comici è risicato e ridotto a qualche risatina amara per stemperare. Ma, niente, non c’è (ed è giusto così) spazio per la simpatia-portami-via del Cinecomics Marvel.

Pur adorando visceralmente Deadpool, e ringraziandolo perché senza di lui, col cavolo che facevano sto Logan così disperatamente violento, la violenza esibita e palese del film è diversa. In DP è divertente, grottesca e surreale, in Logan è drammatica e basta. A volte anche troppo, a testimonianza che il mondo futuro non lascia spazio all’eroismo da tutina di spandex.

Ultima nerdica riflessione: il film si svolge del duemilaventiquasitrentanonricordo. Il finale di Wolverine Xavier, insomma, è già stato trattato. Ora, da qui a dieci anni se voglio piazzare Wolvy da qualche parte, lo possono fare. Hanno, in pratica, detto allo spettatore: «le avventure dell’artigliuto canadese finiscono così, quindi godetevi le sue comparsate che verranno (perché, adniamo, sappiamo che ci saranno) nei prossimi film».

E tenendo conto che nel cinema le avventure dei supereroi non possono essere come quelle dei fumetti, e che, quindi, devono finire prima o poi, non potevano scegliere finale migliore per Wolverine. Anche perché fa un po' di summa per tutti gli altri x-film usciti fin’ora, citando o richiamando quasi tutte le pellicole che lo vedono tra i protagonisti (la spada, la piastrina, la statua della libertà, citazione agli scontri nelle gabbie) e con quel pizzico di metanarratività che non guasta mai (i fumetti sono racconti della realtà… ci sarebbe da discutere molto anche di questo, magari in seguito).

Che dire, dunque? Ce ne è voluto, ma finalmente un degno film su Wolverine lo hanno cacciato. Certo, ci potevano pensare un po' prima, ma vabbè, almeno un traguardo, l’ultimo, è stato raggiunto.

ps. Qui la recensione a "caldo", appena usciti dal cinema!

1 commento:

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